Eccomi fresco fresco da un evento che mi ha decisamente scoraggiato.
Circa 1 ora fa ero di ritorno da un giretto in macchina, era servito un po' per visitare questi luoghi alieni, un po' per sfuggire alla noia mortale. Mentre guidavo mi squilla il cellulare, era Fabio. Ho iniziato a raccontargli come vanno le cose qui nel salento e, da responsabile autista, decido di accostare per evitare di guidare e telefonare contemporaneamente. Mi fermo a lato della via, di fronte ad un tavolo di un fruttivendolo lungo la strada, un'attività commerciale che aveva tutta l'aria di essere improvvisata al momento. Termino la mia conversazione con Fabio, stavo per ripartire, quando mi accorgo improvvisamente che un'auto dei Carabinieri mi aveva affiancato e che i due seduti all'interno mi stavano fissando. Non ci faccio troppo caso, riparto superandoli a mia volta, erano fermi, e mi dirigo per la mia strada. Dopo un po' mi accorgo che mi stavano seguendo, quando ad un tratto iniziano a lampeggiare facendomi segno di accostare. Accosto, di certo è un normale controllo.
Rompono il ghiaccio chiedendomi di dove fossi e cosa stesi facendo lì, proseguono poi con domande ben più mirate: se avessi avuto in passato problemi con la legge, se avessi a che fare con droghe o cose del genere, se fossi stato d'accordo a sottopormi ad un test per verificare fossi pulito. Non capivo perché fossero così insistenti, e, dopo avermi chiesto i documenti, uno di loro ha iniziato ad ispezionare la mia macchina, a cercare la prova della mia colpevolezza. Mi ha chiesto di svuotare le tasche per verificarne il contenuto, ha preso il mio portafogli controllando scupolosamente il contenuto e quanti soldi avessi con me. Ha avuto anche la "gentilezza" di trattarmi da idiota, mentre con le tasche rovesciate di fuori, aspettavo il prossimo ordine... "rimetti a posto quelle tasche", come se a chiedermi di vuotarle non fosse stato lui. A nulla serviva ripetere e ripetere che mi ero fermato un attimo a parlare al cellulare col mio amico di Ripe. Qual era la mia colpa che aveva portato a tutto quell'iteressamento nei miei confronti? Il tizio amante delle perquisizioni mi dice finalmente che il fruttivendolo dove mi ero fermato in macchina, era un poco di buono, e che non dovevo parlare con quel tizio. Inutile insistere che stessi parlando al telefono col mio amico. La prova della mia colpevolezza doveva esistere, andava assolutamente trovata... questa è la sensazione che ho avuto dai ripetuti e scrupolosi controlli. Mi trattavano con spiccata sufficienza, certi che sicuramente nascondevo qualcosa di losco. Alla fine hanno chiamato la centrale che, dopo aver ricevuto i miei dati, ha confermato fossi incensurato. A malincuore mi hanno lasciato andare. Mi hanno lasciato con un "arrivederci" detto col tono che suonava proprio come un "questa volta ti è andata bene, ma la prossima ti becchiamo di sicuro!"
Sono stato trattato da spacciatore, spacciatore che racconta molte bugie e le sa raccontare bene, è una sensazione spiacevole, sopratutto avendo la certezza di non avere nessuna colpa e nulla da nascondere.
Se questa è la normalità, penso che poco altro avrò da fare qui. Il nostro rapporto è iniziato col piede sbagliato, ti sto dando una possibilità, mi aspetto segnali positivi utili a recuperare quanto perso. Se tarderanno ad arrivare...
Circa 1 ora fa ero di ritorno da un giretto in macchina, era servito un po' per visitare questi luoghi alieni, un po' per sfuggire alla noia mortale. Mentre guidavo mi squilla il cellulare, era Fabio. Ho iniziato a raccontargli come vanno le cose qui nel salento e, da responsabile autista, decido di accostare per evitare di guidare e telefonare contemporaneamente. Mi fermo a lato della via, di fronte ad un tavolo di un fruttivendolo lungo la strada, un'attività commerciale che aveva tutta l'aria di essere improvvisata al momento. Termino la mia conversazione con Fabio, stavo per ripartire, quando mi accorgo improvvisamente che un'auto dei Carabinieri mi aveva affiancato e che i due seduti all'interno mi stavano fissando. Non ci faccio troppo caso, riparto superandoli a mia volta, erano fermi, e mi dirigo per la mia strada. Dopo un po' mi accorgo che mi stavano seguendo, quando ad un tratto iniziano a lampeggiare facendomi segno di accostare. Accosto, di certo è un normale controllo.
Rompono il ghiaccio chiedendomi di dove fossi e cosa stesi facendo lì, proseguono poi con domande ben più mirate: se avessi avuto in passato problemi con la legge, se avessi a che fare con droghe o cose del genere, se fossi stato d'accordo a sottopormi ad un test per verificare fossi pulito. Non capivo perché fossero così insistenti, e, dopo avermi chiesto i documenti, uno di loro ha iniziato ad ispezionare la mia macchina, a cercare la prova della mia colpevolezza. Mi ha chiesto di svuotare le tasche per verificarne il contenuto, ha preso il mio portafogli controllando scupolosamente il contenuto e quanti soldi avessi con me. Ha avuto anche la "gentilezza" di trattarmi da idiota, mentre con le tasche rovesciate di fuori, aspettavo il prossimo ordine... "rimetti a posto quelle tasche", come se a chiedermi di vuotarle non fosse stato lui. A nulla serviva ripetere e ripetere che mi ero fermato un attimo a parlare al cellulare col mio amico di Ripe. Qual era la mia colpa che aveva portato a tutto quell'iteressamento nei miei confronti? Il tizio amante delle perquisizioni mi dice finalmente che il fruttivendolo dove mi ero fermato in macchina, era un poco di buono, e che non dovevo parlare con quel tizio. Inutile insistere che stessi parlando al telefono col mio amico. La prova della mia colpevolezza doveva esistere, andava assolutamente trovata... questa è la sensazione che ho avuto dai ripetuti e scrupolosi controlli. Mi trattavano con spiccata sufficienza, certi che sicuramente nascondevo qualcosa di losco. Alla fine hanno chiamato la centrale che, dopo aver ricevuto i miei dati, ha confermato fossi incensurato. A malincuore mi hanno lasciato andare. Mi hanno lasciato con un "arrivederci" detto col tono che suonava proprio come un "questa volta ti è andata bene, ma la prossima ti becchiamo di sicuro!"
Sono stato trattato da spacciatore, spacciatore che racconta molte bugie e le sa raccontare bene, è una sensazione spiacevole, sopratutto avendo la certezza di non avere nessuna colpa e nulla da nascondere.
Se questa è la normalità, penso che poco altro avrò da fare qui. Il nostro rapporto è iniziato col piede sbagliato, ti sto dando una possibilità, mi aspetto segnali positivi utili a recuperare quanto perso. Se tarderanno ad arrivare...