lunedì 11 giugno 2007

aspettative

Sono esattamente a 3 mesi di permanenza, il giro di boa... ne mancano esattamente 3 al mio ritorno.
L'altro giorno pensavo (si, ogni tanto mi dedico a questa originale attività) alla mia condizione qui a KL.
Anche se non proprio in ogni momento, sono spesso immerso nelle novità... conosco spesso gente nuova, appartenente ad una cultura distante anni luce dalla mia, e la malesia stessa si presta ad evidenziare questo tipo di differenze in quanto terra dove convivono malay, cinesi ed indiani... senza pensare alle minoranze.
Dicevo, incontro sempre gente nuova, a volte mi butto e mando messaggi a persone che non conosco per fare un'uscita serale... mi metto in gioco con una frequenza molto alta.

Cosa significa mettersi in gioco?... credo sia uscire dalle proprie abitudini... non necessarimante le abitudini sono quelle che si hanno al proprio paese natio, anche a Kuala Lumpur o sulla luna si può fare gli abitudinari. Ho ogni giorno la possibilità di essere abitudinario solcando gli stessi viottoli battuti il giorno prima. Magari potrei adagiarmi ad uscire solo con i coinquilini, oppure potrei limitarmi alla solita passeggiata in centro od al solito tram tram casa-lavoro. Non lo faccio perchè non sarei soddisfatto di me stesso, non sarei soddisfatto a rifutare le possibilità di conoscenza del nuovo che mi si presentano ogni giorno. Qui se ne presentano tante.

Insomma, cerco spesso quelle situazioni che nell'attesa mi danno quella lieve agitazione ansiosa, quel lieve mal di pancia tipico del mio carattere, ma poi al momento di vivere quei momenti ringrazio di aver avuto il coraggio per affrontare quella novità. Certamente è esperienza che si accumula, non posso perdere nulla.

Il centro del mio pensiero è focalizzato sul mio ritorno a ripe, di certo ho lasciato un bel pezzo di cuore nel mio paesello, ed ho lasciato tutte le persone a cui tengo in Italia, il mio ritorno non si discute... ma mi chiedo cosa potrà darmi ripe in termini di possbilità. Dove saranno tutte le novità alle quali sono quasi assuefatto qui a KL?
Ho paura che ripe costringa ad un'abitudinarietà forzata, senza scelta. Ok, Kuala Lumpur non è l'unico posto al mondo che offra novità e possibilità, ma di certo quel posto non è ripe. Può essere Roma, Milano, qualsiasi città europea... con la differenza che a volte il mio essere extracomunitario e DIVERSO renda le cose semplici qui in asia.
Può sembrare paradossale, ma qui essere diverso dà un valore aggiunto gratuito, la gente è curiosa nei miei confronti... non è la prima volta che parlo degli sguardi come se venissi da marte.

Fatto sta che penso al mio ritorno e lo vedo un po' privo di aspettative per il futuro, ma comunque sono fiducioso che qualcosa da fare in Italia si può trovare. Me ne preoccuperò più in avanti nel tempo.

8 commenti:

Jomps ha detto...

non sei autorizzato a pensare fino alla scadenza dei prossimi tre mesi a cosa potresti fare al tuo ritorno! Vivila fino in fondo senza l'ansia di doverti sentire all'altezza delle tue attuali aspettative anche qua nel modesto centro Italia, centro Marche... daje jò "fin quando fa male fin quando ce n'è..." ma non come intendeva il Liga, cioè anche come intende il Liga, ma sprattutto cerca di trarre il massimo dall'esperienza lavorativa, culturale e sociale.
Il mio è un consiglio ed effettivamente anche uno sfogo amaro, qua le prospettive scarseggerebbero anche per un lustrascarpe...

periodo amaro, mah!

Anonimo ha detto...

Forse hai invertito la prospettiva del problema: ti interroghi se potrai riabituarti alla ristretta dimensione di Ripe, o, viceversa, se potresti restare a Kul anche per un periodo indeterminato?
Ti senti già in colpa per entrambi i pensieri, o a disagio tra due incompletezze?
Purtroppo, man mano che la vita procede nelle biforcazioni, le scelte progressive di un sentiero significano la rinuncia all'altro sempre più irreversibilmente!

Per il momento pregusta al massimo il quotidiano perché questo è il tuo tempo migliore e cmq ogni momento è perduto se sperperato nell'accidia e inedia o anche nella paralisi del dubbio amletico...

Anonimo ha detto...

mettersi in gioco...va bene.. per come sei fatto è un passo ampio..ma il bello è giocare! Più di un luogo quello che cerchi è una direzione..qualcosa che ti stimoli che ti faccia sentire partecipe, presente alla tua vita e a quella degli altri..e per capire cos'è devi provare continuamente..diceva il vecchio buon Socrate "una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta"..in poche parole gioca, esperimenta e divertiti! ti basta l'occasione giusta..e questa puoi trovarla a KL, a Milano ma anche a Ripe.. capire le coincidenze o il caso è un limite umano e per questo una continua sorpresa! Pat

Anonimo ha detto...

Dopo tante dotte e sofisticate argomentazioni non so che dire; Gibran di sicuro ha scritto qualcosa di adatto ma ti so solo citare Dalla che canta " ...questa vita è una catena, qualche volta fa un po' male: Non vedi come son tranquillo io, anche se attraverso il bosco con l'aiuto del buon Dio stando sempre attento al lupo...." 'Notte e rose sul tuo cuscino (trad. USA) mamy

Damiano Giacomelli ha detto...

Mai stato così d'accordo con una persona come ora con Pat...
In effetti il mettersi in gioco è una predisposizione mentale che prescinde dal contesto... Il verbo che più amo utilizzare a riguardo è SGARUFARE la vita... Rivoltare, relativizzare, assumere diversi punti di vista e alla fine scegliere... Ma evita la mia personale interpretazione: mi diverte così tanto la parte centrale che non arrivo mai alla scelta finale...

Comunque può non esser facile, ma tu devi provare a viverla per i sapori, i colori e gli odori che ha... fino all'ultimo giorno... se possibile evitando di applicare categorie "occidentali" al mondo che hai davanti, che le trascende di certo...
Vai alla grande caru!!!
E lunga vita ai giri di boa!

Anonimo ha detto...

appunto..ora goditela lì poi vedrai....
tanto dalle nostre parti lo sai come funziona...

fiuminata

Anonimo ha detto...

Caro Giò forse non ti rendi conto di quante "cose" (modo di vivere, di lavorare, di amare,di agire ecc.) Quindi il tuo "carico" si è arricchito e al tuo ritorno l'esperienza ti aiuterà sicuramente sicuramente.Forza Giò!!Arrivederci presto Un abbraccio da li parenti de Sagninesci.

Anonimo ha detto...

scusa giò ma dopo la parentesi non ho finito la frase) cioè quante cose hai imparato e diversi situazioni vissute.
Sandro